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LE MALATTIE DEL MIGRANTE E DEL VIAGGIATORE
18 novembre 2016


Sede del Corso:
Aula Magna Arcispedale S:Anna, Cona (Ferrara)


RAZIONALE

Il fenomeno migratorio è oggi divenuto una realtà di proporzioni assai elevate e dalla velocità estremamente rapida. Nel 2015, oltre 160 mila immigrati tra cui profughi, rifugiati e richiedenti asilo sono arrivati via mare nelle coste dell’Europa mediterranea. Molti di loro in fuga da situazioni di estremo disagio legate a guerre, torture, stupri, violenze e privazioni. La stragrande maggioranza è arrivata in Italia (54.660) e in Grecia (47.044) seguite da Spagna e Malta. Dall’inizio del 2016, il numero afflussi ha subito un lieve calo, ma non purtroppo, dei decessi in mare coinvolgenti anche i bambini. In Italia, negli ultimi vent’anni, la popolazione immigrata è cresciuta di quasi 20 volte, subendo, nel decennio compreso tra il 2003-2012, un incremento pari a oltre il 150%, con rilevanti differenze tra le regioni. Da sottolineare il fatto che al patrimonio di salute in dotazione all’ immigrato che appariva giovane, forte, con maggiore stabilità psicologica e spirito d’iniziativa e quindi più sano, si è contrapposto, al suo arrivo in Italia o in altri paesi ospitanti, un patrimonio che si sta dissolvendo sempre più rapidamente (effetto migrante esausto), per una serie di fattori che minano quello che era conosciuto come effetto migrante sano: malessere psicologico, mancanza di lavoro e reddito, sottoccupazione in lavori rischiosi e non tutelati, degrado abitativo, assenza del supporto familiare, abitudini alimentari diverse, fattori climatici. La nuova organizzazione della vita conseguente al totale sradicamento dall’ambiente di origine e dalle proprie sicurezze è divenuta e diviene così ogni giorno fonte di stress e pericoli per la salute. Il profilo di salute della popolazione immigrata in Italia ed in altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo, secondo i dati derivanti dalle SDO, è testimoniato dal fatto che la maggior parte degli accessi alle strutture ospedaliere è legata ad eventi fisiologici quali la gravidanza e il parto, ma anche all’elevata abortività, ai traumi accidentali, alle problematiche legate alla prostituzione, e in generale, alla scarsa informazione sanitaria. In tale contesto quindi, Il tema infettivologico non rappresenta certamente il principale “focus” del fenomeno migratorio, sfatando la paura dell’untore da cui difenderci e da bonificare. E’ però innegabile che l’emergere di nuove patologie infettive e la ricomparsa di altre che sembravano destinate a ridursi o addirittura destinate ad estinguersi, rappresentino argomenti più che mai attuali nella società in cui viviamo. Da un’attenta disamina della situazione epidemiologica della tubercolosi (TB) nel nostro Paese, si evidenzia (rapporto del Centro Europeo di Sorveglianza delle Malattie Infettive), che l’Italia ha una bassa incidenza - 5.6-7 casi x 100.000 abitanti - di malattia tubercolare, mentre il rischio di contrarla, è pari a 10-15 volte in più tra gli immigrati rispetto alla popolazione italiana, soprattutto in determinati gruppi a rischio e nel Nord-Italia (2/3 dei casi), anche se la numerosità dei casi di malattia nei migranti aumenta molto meno del loro incremento numerico. Ed è la particolare condizione di immigrato che predispone a un rischio aumentato di sviluppare la TB, sia per i maggiori tassi di incidenza nei Paesi di provenienza, che per le particolari condizioni di fragilità sociale e di complessità legate al processo migratorio, al paese ospitante, alla multiculturalità che influiscono sui percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. L’infezione da HIV/AIDS, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, evidenzia un costante e rapido aumento nel tempo dei casi notificati in stranieri, con un tasso di incidenza di quasi 4 volte superiore a quella italiana. Questo trova spiegazione non certo nel semplice contatto con l’immigrato sieropositivo che avviciniamo o con cui dividiamo lo stesso suolo di residenza, ma principalmente per comportamenti cosiddetti a rischio (mancato utilizzo dei dispositivi di protezione quali guanti nel personale sanitario, rapporti sessuali non protetti, scambio di siringhe). All’HIV/AIDS si aggiungono altre Malattie Sessualmente Trasmesse tra cui la lue, l’infezione da HBV/HCV la cui prevalenza è nel nostro Paese dell’1 e 3%, rispettivamente. Un immigrato su 4 è positivo per epatite da HCV e le terapie con i nuovi farmaci, seppur straordinariamente efficaci, sono molto costose, anche se tutti gli immigrati avranno comunque diritto alle cure. L’infezione da HPV, la gonorrea, l’infezione da Chlamydia trachomatis hanno ugualmente un forte impatto, facilitato anche dalle condizioni di sfruttamento sessuale cui sono sottoposti donne e uomini immigrati. Si pensi che circa il 40% delle donne straniere sono asintomatiche per C. trachomatis. Non ultime, la scabbia e la pediculosi; affezioni che non riconoscono fattori etnici o geografici predisponenti, sono trattabili con semplici presidi farmacologici e fisici ed hanno un basso impatto sanitario nel nostro Paese. Altro argomento cruciale del convegno riguarda le malattie virali emergenti connesse ai viaggi. Lo scorso anno è stato il virus Ebola, virus ad elevata letalità - oltre 6000 decessi e 17.000 casi- in alcuni paesi africani, a creare allarmismi riguardo la sua eventuale penetrazione in Europa e nel nostro Paese, anche se ingiustificati per vari motivi, non ultimi, i lunghi tempi di percorrenza del tragitto migratorio che si contrappongono al periodo di incubazione della malattia, nel 2016, è stata invece la volta del virus Zika, arbovirus trasmesso da una zanzara, ma che ha fatto parlare di sé per il rischio connesso alla microcefalia nelle donne gravide ed all’insorgenza della sindrome di Guillain Barrè. Le malattie connesse ai viaggi per motivi turistici e commerciali e le vaccinazioni saranno dunque oggetto di discussione approfondita con i più autorevoli esperti del settore. Il convegno, organizzato dal Prof. Carlo Contini, oltre ad esaminare le principali implicazioni per la salute, gli aspetti socio-demografici e normativi, rappresenterà un momento di riflessione e di confronto con il mondo scientifico sulla necessità di condividere strategie di intervento, che tengano conto dell’unicità della persona straniera e del viaggiatore e della necessità di attivare percorsi di salute in grado di raggiungere tutti gli individui. La tutela della salute dei migranti assume quindi un’importanza strategica ed una delle sfide in Sanità Pubblica riguarda proprio la necessità di garantire percorsi di tutela a quella parte di popolazione che per vari motivi si trova a vivere ancora ai margini del sistema, in condizioni di fragilità sociale, economica e culturale.


PROGRAMMA

8.00 Registrazioni

Presidente del Convegno

8.30 Saluto delle Autorità

registrazioni

9.00 Introduzione e Presentazione del Convegno

1. Sessione

9.30 Rifugiati e Migranti: implicazioni sociali e sanitarie

10.00: HIV/AIDS: attualità epidemiologiche e prospettive terapeutiche nella popolazione migrante in Italia

10.30 Strategie terapeutiche attuali nel migrante con epatite virale

11.00 Tubercolosi e Screening tra i Migranti

 

2° sessione

11.30 L’insegnamento di Lampedusa. Il risvolto della medaglia

12.00 Immigrati e parassiti

12.30 Ambulatori di MST: I dati del Sud

13.00 Movimenti migratori e resistenza agli antibiotici

 

3. Sessione

14.00 Le Infezioni Correlate ai Viaggi e Arbovirosi

14.20 Chemioprofilassi antimalarica

14.40 Vaccinazioni nel Migrante e nel Viaggiatore

15.00 La mediazione culturale a Ferrara

 

4. Sessione

15.30 Screening di patologie infettive tra i migranti rifugiati e richiedenti asilo nella provincia di Ferrara

15.50 Esperienza pediatrica di UNIFE in Tanzania

16.15 Il corso di specializzazione in Tropical Medicine Health International

Comunicazione scelta dal Comitato Scientifico tra i migliori Poster

17.00 Questionario ECM e conclusione lavori